giovedì 23 luglio 2015

F1 Briefing: Gran Premio di Ungheria

Cosa dobbiamo aspettarci dal weekend di Formula 1 sul circuito di Budapest

di Federico Principi





Non sembra il caso di ritornare sull'episodio della definitiva scomparsa di Jules Bianchi, del quale abbiamo approfonditamente parlato nell'articolo precedente. Il weekend dal 24 al 26 luglio vede finalmente riaccendersi i motori, o meglio le power unit: ad attendere i camion delle scuderie ci sarà l’Hungaroring, che molto sembrano gradire i diretti interessati, ovvero chi in pista poi ci va sul serio. Meno invece chi accende il televisore: il circuito notoriamente accostato a Montecarlo offre possibilità di sorpasso vicine allo zero, e neanche un'elevata probabilità di Safety Car che, per colpa dei guard-rail a bordo pista, viene invece ripetutamente sollecitata nel Principato.

Un "kartodromo", come è stato definito quasi all'unanimità, il circuito di Budapest non lascia un attimo di respiro. Il solo rettilineo di partenza, seppur non eccessivamente lungo, e forse quello successivo al primo tornante, ancora più breve, potrebbero rappresentare gli unici punti dove i piloti possono per un istante staccare la spina, magari effettuando proprio in questi casi comunicazioni via radio dai box. Il resto del tracciato è una sequenza di curve, in molti casi anche piuttosto lunghe ma decisamente più lente se paragonate con quelle maestose dell'ultimo Gran Premio, quello di Silverstone. Unica (forse) possibilità di sorpasso nel primo tornante dopo il rettilineo dei box, dove, ovviamente, è consentito l'uso dell'ala mobile. Sebastian Vettel, nonostante proprio in Ungheria non abbia mai vinto, ha decisamente più esperienza ed elementi di noi per analizzare il tracciato più dettagliatamente.

Sopra, Sebastian Vettel ci introduce curva per curva ai segreti per affrontare un giro di pista sull'Hungaroring nel migliore dei modi.
Sotto, “on board” con Nico Rosberg per vivere la pole position dello scorso anno.

La lentezza e la sinuosità della pista e le dimensioni piuttosto ristrette della carreggiata del tracciato non hanno tuttavia impedito agli appassionati di emozionarsi in due recenti edizioni del Gran Premio. In entrambi i casi è stata però forse la pioggia a rendere il tutto più eccitante. Parliamo del 2011, con Jenson Button, vero e proprio mago nelle corse con situazioni meteorologiche incerte, trionfatore di fronte all'allora invincibile Vettel con la Red Bull. Ma soprattutto della magnifica gara dello scorso anno, la migliore in assoluto del calendario 2014. Sfruttando la Safety Car e un Vergne frappostosi tra sé e le Mercedes, Fernando Alonso riuscirà a scavare un bel gap e tenere dietro Hamilton e Rosberg per tutta la gara, azzardando uno stint finale con più di 30 giri con gomme gialle soft, decadute fino ai cerchioni negli ultimi quattro-cinque passaggi. Ricciardo, con una quindicina di giri in meno sugli pneumatici soft ed un telaio Red Bull migliore, riuscirà ad una manciata di tornate dal termine a sopravanzare sia Hamilton che Alonso, entrambi con un passo inferiore di almeno due secondi al giro. Avesse resistito qualche metro in più l'inglese della Mercedes, Alonso avrebbe completato l'impresa della carriera: vincere un GP con la lentissima F14 T.

"On board" con Ricciardo che, nettamente più veloce di entrambi, passa con grande decisione Hamilton prima ed Alonso poi.

Quali sono quindi le prerogative del successo in questo ormai obsoleto circuito? Trazione, alto carico aerodinamico: gli ingredienti per la ricetta perfetta dal punto di vista meccanico sono proprio questi. Uscire forte e rapidamente da curve lente ed avere ottima guidabilità sia in inserimento che in percorrenza grazie proprio al giusto carico aerodinamico. A tutto questo si aggiunge un elemento fondamentale: mi trasformo per pochi secondi in meteorologo, annunciando che il clima continentale di Budapest porterà un caldo infernale, già previsto da tutti gli addetti ai lavori. Che si traduce in un maggior degrado sulle coperture (Pirelli porterà soft e medie) e minor difficoltà di portare gli pneumatici in temperatura, rischiando anzi di "bruciarli". Importante sarà quindi gestire il consumo delle gomme, qualità che nella stagione 2015 non è stata eccessivamente richiesta ai piloti per via di soluzioni più dure scelte dalla Pirelli nella nuova stagione.



DUELLO MERCEDES-FERRARI
Non c'è in realtà praticamente mai stato un vero e proprio duello tra le case costruttrici che stanno guidando il plotone di vetture. Le uniche eccezioni nelle quali i ferraristi hanno seriamente minacciato la leadership di Hamilton e Rosberg sono rappresentate dagli esotici Gran Premi di Malesia e Bahrain. Nel primo caso Vettel ha addirittura vinto, nel secondo Raikkonen avrebbe potuto plausibilmente ripetere l'impresa montando le soft uno o due giri prima nell'ultimo stint. C'è un comune denominatore tra queste due gare: il caldo. Proprio quello che ci si aspetta nel prossimo weekend ungherese, e che la Ferrari attendeva con ansia da mesi. Se c'è quindi un appuntamento nel quale le Rosse possono realmente puntare il dito contro i più quotati rivali, questo è proprio quello di Budapest. Analizziamo quindi quali aspetti possono favorire l'uno o l'altro team nella ricerca della vittoria di tappa.


Pro Mercedes:

-          Trazione e carico aerodinamico: Quello che stavamo dicendo prima. Non c'è un settore guidato di qualsiasi pista dove le frecce d'argento non siano le più veloci. Perfino nell'unico Gran Premio perso, in Malesia, la Ferrari era più performante solo nei tratti più veloci, pagando però un distacco vicino al mezzo secondo al giro nel settore centrale, più misto. A conferma di ciò, Toto Wolff sembrava sinceramente preoccupato prima della gara di Silverstone per la scarsità di curve medio-lente, con minore velocità di percorrenza e maggiore necessità di carico e stabilità del retrotreno per uscire rapidamente in trazione. Per concludere il discorso, escludendo la scellerata strategia con il secondo assurdo cambio gomme di Hamilton, la Mercedes a Montecarlo avrebbe fatto doppietta in gara oltre che in qualifica. E quelli di Monaco sono i risultati più attendibili per valutare le aspettative dell'Ungheria.

-          "Extrapower" e qualifica: Da mesi ormai si parla del "bottoncino magico" che tutti i piloti motorizzati Mercedes, e quindi anche in Williams, Lotus e Force India, possono utilizzare per ricavare una potenza extra dalla propria power unit. Che, con queste nuove complesse strutture ibride, garantisce un vantaggio considerevole, stimato nell'ordine di due-tre decimi al giro. I rischi collegati all'affidabilità e alla durata dei propulsori, che da regolamento non possono superare le quattro unità utilizzabili per l'intero arco stagionale, hanno fatto sì tuttavia che l'impiego dell' "extrapower" fosse limitato ad un numero di giri, per tutto il weekend, che si aggirava intorno ai sei. Compresi quelli da qualifica, ci mancherebbe. Voci che circolano insistentemente, che non possono tuttavia stabilire con certezza la quantità e le modalità d'uso esatte. Le stesse voci che attribuirebbero un notevole salto in avanti a partire dal GP del Canada, quando tutti i Mercedes hanno montato la seconda power unit: modifiche fatte passare come miglioramenti di affidabilità, e quindi senza l'utilizzo dei famosi gettoni, avrebbero permesso ai motorizzati dalla casa di Stoccarda di utilizzare la potenza extra per un arco di tempo molto maggiore nel corso delle gare. Favorendo notevolmente la crescita dei team citati in precedenza, ed ampliando il gap di Hamilton e Rosberg sulla Ferrari. Ovviamente tutto ciò garantisce un'ancora maggiore possibilità, vicina al 100%, che la Mercedes realizzi la pole position, fondamentale sullo stretto e tortuoso circuito di Budapest.

-          Pneumatici Pirelli 2015: Il gran caldo della Malesia, seppur ormai datato marzo e con qualche mese di sviluppo sulle vetture in seguito, ha decisamente messo in crisi le gomme montate dai due leader del campionato, entrambi con gravi problemi di "degrado termico". La Pirelli, tuttavia, ha quest'anno provveduto alla costruzione di pneumatici posteriori con un compound decisamente più duro per sopperire alla fortissima coppia motrice di motori turbo al secondo anno di sviluppo, e quindi decisamente progrediti rispetto alla passata stagione. Il risultato è che si sono viste tantissime gare con una sola sosta, talvolta superflua non fosse per il regolamento che obbliga a montare entrambe le mescole. Questa soluzione potrà favorire la Mercedes in Ungheria nel gestire il consumo degli pneumatici su una pista decisamente calda: le frecce d'argento sono straordinarie nella loro capacità di mandare in temperature la gomme con una velocità eccezionale, rischiando tuttavia di "cucinarle" a fine vita in anticipo rispetto alla Ferrari.

Pro Ferrari:

-          Incidenza della power unit: Non c'è dubbio che in un circuito lento e guidato l'incidenza dei cavalli del propulsore sia decisamente inferiore. Se è vero che il gap già esistente tra Ferrari e Mercedes si sia ulteriormente ampliato dopo il GP del Canada, è altrettanto vero che il fattore maggiormente determinante in un tracciato come quello dell'Hungaroring sia il telaio. L' "extrapower" Mercedes è quindi più facilmente contenibile in mezzo ai continui destra-sinistra di Budapest, e per portare a casa la vittoria si può puntare su altri fattori.

-          Caldo: Da tempo si aspettava in Ferrari la possibilità di avere un fine settimana tempestato da temperature torride. Il perché è presto spiegato: la SF15-T ha cronici problemi di capacità di scaldare immediatamente gli pneumatici, in particolar modo sulle gomme hard, aventi un range termico di funzionalità molto ristretto, al di fuori del quale la vettura scivola e non ha il giusto grip. Gomme hard (arancioni) che saranno tuttavia, e per fortuna di Vettel e Raikkonen, assenti in Ungheria. I più informati attribuirebbero questa lentezza nel portare in temperatura gli pneumatici all'utilizzo di una particolare soluzione della sospensione anteriore (pull-rod) che solo la Ferrari ha adottato. Il caldo torrido di Budapest potrà aiutare in questo senso a sfruttare immediatamente il potenziale delle gomme, sfruttando una probabile migliore capacità della Ferrari rispetto alla Mercedes nel contenere e gestire il degrado. Se, come in Malesia, i Ferraristi riuscissero ad impostare la strategia con una sosta in meno, la vittoria del Gran Premio di Ungheria potrebbe non essere utopia.

-          Partenza: È molto probabile, ed anzi sarebbe un gran successo se accadesse, che Vettel e Raikkonen partano in seconda fila sullo schieramento. In Mercedes hanno accusato qualche problema con la frizione nelle ultime gare: in particolar modo Hamilton è praticamente sempre scattato con più difficoltà rispetto al compagno, che tuttavia a Silverstone si è unito a Lewis nella sciagurata partenza di entrambe le vetture tedesche, spianando la strada alle Williams. In uno scenario idilliaco, Vettel (più probabilmente di Raikkonen, troppo spesso inferiore in qualifica) potrebbe partire dalla terza posizione sfruttando il lato pulito della pista, ed ovviamente (per caratteristiche del tracciato) chi entra per primo alla prima curva ha ovvie grandi possibilità di arrivare per primo anche sotto la bandiera a scacchi. All'Hungaroring si dovrebbe sentire la differenza tra parte gommata e parte sporca, e la linea di partenza è piuttosto lontana dalla prima staccata: chi dei due Mercedes si qualificherà secondo sarà sotto tiro. E forse anche chi farà la pole…

Sopra, Hamilton scatta in pole al GP di Austria, ma le difficoltà in partenza gli costano la vittoria a vantaggio di Rosberg.
Sotto, la lentezza della partenza delle Mercedes a Silverstone: "on board" si può notare per entrambi i piloti la difficoltà nel trovare lo stacco frizione ottimale. Dall' "on board" di Bottas si può invece ammirare il bruciante scatto delle Williams.


LE ALTRE
Chi approcciasse alla Formula 1 da poco tempo e avesse visto soltanto il Gran Premio di Silverstone, farebbe fatica a capire il perché a duellare con le Mercedes abbiamo ipotizzato sarà la Ferrari anziché quella Williams che per 18 giri ha avuto entrambi i piloti nelle prime due posizioni in Inghilterra. La conformazione dei due tracciati è tuttavia radicalmente diversa, ed i valori in campo sono destinati a mischiarsi. Dando un'occhiata anche ai risultati del recente GP di Montecarlo, abbiamo ipotizzato una lista di Scuderie che si avvantaggeranno dalla particolare conformazione del tracciato ungherese, ed un’altra di chi invece sarà destinato a soffrire.


Chi ci guadagna:

-          Red Bull-Renault: Dopo mesi di assoluta sofferenza, le lattine pluri-campioni del Mondo potranno finalmente puntare realmente al podio. Senza dimenticare che proprio loro trionfarono 12 mesi fa a Budapest, quest’anno a Monaco hanno concluso entrambe davanti alla Ferrari di Raikkonen tanto in qualifica quanto in gara. L'apporto di Adrian Newey è venuto leggermente scemando, probabilmente per ragioni personali, e gli stessi finanziamenti del boss Mateschitz non sarebbero più, secondo alcune voci, così ingenti dopo quattro anni di assoluto successo. Nonostante ciò il telaio Red Bull resta ancora un prodotto di riferimento, particolarmente efficiente su questi tracciati guidati per via del suo carico aerodinamico. La scarsità di potenza del maltrattato e ripetutamente umiliato propulsore Renault dovrebbe avere molta meno influenza su questo tipo di pista.

-          Toro Rosso-Renault: La sorella minore della Red Bull, che quest'anno si è anche permessa di schiaffeggiare in alcuni casi la più prestigiosa casa madre, potrebbe essa stessa avere i medesimi tipi di vantaggi dal Gran Premio di Ungheria. Sainz e Verstappen si sono mostrati molto ottimisti sulla bontà del loro stesso telaio, e lo stesso discorso della power unit Renault fatto per la Red Bull vale anche per la ex Minardi. A ciò si aggiunge la competitività più volte mostrata in qualifica, che come già detto in Ungheria dovrebbe avere valenza doppia.

-          Force India-Mercedes: Un inizio complicatissimo di stagione, zero test invernali, vettura non troppo più competitiva della McLaren nella prima gara di Melbourne, con Perez a lungo in battaglia con Button. Lo sviluppo della Force India è invece molto cresciuto durante il campionato, in concomitanza con la vittoria di Hülkenberg alla 24 ore di Le Mans che lo ha palesemente galvanizzato. A Silverstone la vettura di Vijay Mallya ha proposto un'innovazione tecnica che potrebbe aprire nuove frontiere nel mondo della Formula 1: il muso con le narici. Due fori sulla punta del musetto, con evidente obiettivo di incanalare i flussi d'aria nella maniera a loro avviso migliore. Lo sviluppo ha avuto esiti molto positivi in Inghilterra su una vettura già competitiva, a Budapest verificheremo la funzionalità anche su un circuito più lento. Per ora ci basta scorrere i risultati del GP di Monaco e vedere Perez settimo in qualifica e settimo in gara, abbastanza affinché il team indiano possa essere ottimista per il prossimo weekend.

-          McLaren-Honda: Indovinate dove la lentissima McLaren ha ottenuto il proprio miglior risultato stagionale? A Montecarlo ovviamente. I problemi della vettura che in passato faceva incetta di Mondiali non sembrano in ogni caso essere riconducibili al solo nuovo propulsore Honda: lo schema progettistico proposto dai giapponesi è molto avanzato, ed alcuni ritengono che abbia un potenziale perfino superiore al Mercedes, senza tuttavia riuscire a trovare la giusta chiave per la sua funzionalità. Resta il fatto che da tre anni ormai il telaio McLaren non sembra comunque più all'altezza dei migliori. Nonostante ciò, l'assoluta carenza di cavalli Honda può facilmente essere compensata in Ungheria, e la McLaren, anche sull'onda lunga del punto conquistato da Alonso a Silverstone, può puntare ai primi dieci posti sotto la bandiera a scacchi.


 Chi ci perde:

-          Williams-Mercedes: Dovrebbe essere un'eccezione. Il Gran Premio di Ungheria rappresenta una delle poche tappe del Mondiale, insieme a Monaco e Singapore, in cui la bianca sponsorizzata Martini avrà delle difficoltà. Il bassissimo carico aerodinamico della vettura rende le Williams impossibili da superare (chiedere a Vettel in Bahrain e Austria), ma al tempo stesso le rende instabili sul misto e maggiormente soggette al degrado gomme. Fattore, quest'ultimo, sul quale ha provato a giocare la Mercedes a Silverstone, anticipando la prima sosta. I risultati di Montecarlo sono stati disastrosi, e lo stesso GP di Budapest dello scorso anno vide Massa e Bottas staccati rispettivamente di 24 e 36 secondi dai quattro leader (con tre vetture diverse) Ricciardo, Alonso, Hamilton e Rosberg. I miglioramenti aerodinamici effettuati nei test dopo il Gran Premio di Austria sono stati considerevoli e si sono visti a Silverstone, dove le Williams hanno staccato le Ferrari in qualifica e in gara sull'asciutto, tenendo dietro (pur essendo però più lente) le Mercedes fino alla prima sosta. La lentezza e la difficoltà di guidabilità sulla pioggia inglese hanno però mostrato con grande evidenza che il telaio Williams non è ancora in grado di battagliare ad armi pari con i top team quanto a carico aerodinamico.

-          Lotus-Mercedes: Ad inizio stagione la Lotus è andata a punti con Grosjean in Cina, Bahrain e Spagna. La prima battuta di arresto e un calo delle prestazioni si sono visti al Gran Premio di Montecarlo, e a partire dal Canada i Lotus hanno fatto un bel salto in avanti così come tutti i motorizzati Mercedes. Le piste dove la vettura ed entrambi i piloti sono sembrati particolarmente competitivi sono state proprio quelle di Montreal e Spielberg, tracciati veloci dove la power unit fa la differenza. Per poi fare un leggero passo indietro di nuovo a Silverstone, dove più che alla potenza dei cavalli si bada maggiormente all'efficienza aerodinamica nei curvoni veloci. Il sospetto è che proprio il GP di Ungheria sarà quello dove le Lotus, particolarmente efficienti in termini di velocità di punta, avranno più difficoltà a gestire i rivali, per poi tornare prepotentemente nei piani più alti a Spa e Monza.

-          Sauber-Ferrari: Partita fortissimo, la Sauber si era imposta come quarta forza al GP di esordio in Australia, con Ericsson nono e Nasr addirittura quinto, prima di arretrare progressivamente nello schieramento. Il problema del team di Monisha Kaltenborn è la scarsissima (se non nulla) disponibilità finanziaria: in Sauber si sono visti sfilare via via quasi tutti gli avversari, ad eccezione di McLaren e Marussia, per assenza di un progetto di sviluppo della vettura. Facendo un raffronto con il GP di Montecarlo troviamo Nasr nono davanti a vetture più competitive, ma il risultato è parzialmente falsato: Sainz (decimo) era partito dalla pit lane, Hulkenberg e Grosjean (undicesimo e dodicesimo) incidentati, con il primo penalizzato per il contatto con Alonso. Non potendo in Ungheria contare più di tanto neanche sulla superiorità della power unit Ferrari rispetto a Red Bull, McLaren e Toro Rosso, gli svizzeri dovranno per forza di cose inventarsi qualcosa che difficilmente potrà loro riuscire.

-          Marussia-Ferrari: Chiamatela Marussia o Manor, come volete, purtroppo è una vettura di altra categoria. Nonostante i nuovi sponsor e qualche miglioria tecnica giunti a Silverstone, un po' come a Le Mans potremmo paragonarla ad una P2 che corre contestualmente alle P1. Troppo spesso le GP2 sono perfino andate più forte di quella che lo scorso anno era la vettura di Jules Bianchi, e che porta ancora lo stesso propulsore Ferrari 095/3 del 2014. Ecco, forse solo per quel motivo, per celebrare il ricordo del suo ex giovane pilota caduto mentre correva, potrebbe finire sotto i riflettori dell'opinione pubblica. Ma non certo per meriti sportivi.

Abbiamo evitato di menzionare i singoli piloti, purtroppo ormai ridotti ad entità secondarie rispetto alla competitività delle rispettive monoposto. Potremmo parlare dell'appassionante duello di guida e di personalità tra Hamilton e Rosberg: a Budapest due anni fa l'inglese ha battuto nettamente sia in qualifica che in gara il figlio di Keke. Lo scorso anno inoltre, pur partendo dalla pit lane per un problema meccanico in qualifica, il bi-campione del Mondo è comunque riuscito (anche se favorito dalla Safety Car) a terminare terzo, tenendo giù dal podio un Rosberg che in ogni caso ha dovuto lottare con il malfunzionamento del proprio impianto frenante, e forse dovuto modificare la ripartizione nel corso della gara perdendo un po' di feeling. Ma c'è da giurare (e ci auguriamo non solo da sperare) che anche questa domenica la lotta per la vittoria non sarà ristretta semplicemente ai due piloti della casa di Stoccarda.

 Articolo a cura di Federico Principi










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